Una delle cose più dolorose del nostro tempo è che coloro che hanno certezze sono stupidi, mentre quelli con immaginazione e comprensione sono pieni di dubbi e di indecisioni

 

                                                              “Bertrand Russel”

 

Questa frase si adatta al nostro presente in cui una pandemia ci ha resi particolarmente sensibili ai pareri degli esperti e nello stesso tempo intimoriti da chi, a sproposito, li metteva e continua a metterli  in dubbio creando sospetti, inquietudini e tanta angoscia.

Come mai persone incompetenti  non sono consapevoli dei limiti della loro ignoranza, mentre gli esperti si dimostrano  meno decisi nell’affermare la loro posizione ?

Un ricercatore David Dunning (docente di Psicologia Sociale alla Cornell University) incuriosito da un evento accaduto il nel 1995 in cui un rapinatore tentò a volto scoperto un colpo in una banca convinto che cospargersi la faccia con succo di limone lo avrebbe reso invisibile alle telecamere di sorveglianza (fu ovviamente riconosciuto e arrestato), decise di condurre con il suo assistente Justin Kruger alcune sperimentazioni pubblicate poi nel 1999.

Era nato “l’Effetto Dunning Kruger” che  spiegava  l’incapacità di imparare dai propri errori.

Sinteticamente due erano le ragioni:

-i non esperti  non sono in grado di giudicare oggettivamente se stessi, e non si rendono conto della superiorità delle abilità altrui; questo fu osservato in diversi ambiti, nel ragionamento logico come in quello astratto e in molti contesti lavorativi

– le persone con quoziente intellettivo più basso si ritenevano in media più intelligenti di quanto fossero in realtà, rispetto all’autovalutazione di chi, anche se con maggiori competenze, riteneva la sua esperienza mai come verità assoluta ma soggetta a possibili cambiamenti qualora arricchita di ulteriori conoscenze acquisibili.

Definirono come metacognizione l’abilità grazie alla quale ognuno dovrebbe essere in grado di valutare le proprie abilità rispetto a quelle altrui.

Sembra però che proprio le persone poco competenti abbiano scarsa capacità di autovalutazione e questo fa sì che si sopravvalutino. Questo “errore” involontario può essere generato da una percezione di Sé distorta dal ruolo che si ricopre all’interno di un gruppo o per una posizione di potere che comporta una difesa dello stesso perdendo l’oggettività con cui autovalutarsi.

Migliorare la propria metacognizione comporta il riconoscimento dell’incapacità che non si può non avere in campi che non sono di nostra competenza, passaggio improbabile per chi sente di dover difendere l’immagine che hanno di se stessi.

Quello che vorremmo dalla scienza in momenti in cui sentiamo più che mai il bisogno di certezze assolute è che chi parla della nostra salute, sappia di cosa sta parlando accettando che ogni campo scientifico non è mai “statico” e non può esserlo. La SCIENZA in ogni suo campo è una continua evoluzione e dobbiamo accettare anche che diversi pareri possano avere pari dignità purché detti e certificati da chi ne abbia competenza.

“le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo e in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore”     

C. M. Cipolla/Altan